Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la Provincia ricorda Sibilla Aleramo, “il coraggio della denuncia di una scrittrice simbolo dei soprusi di genere”
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la Provincia ricorda Sibilla Aleramo, “il coraggio della denuncia di una scrittrice simbolo dei soprusi di genere”
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la Provincia ricorda Sibilla Aleramo, “il coraggio della denuncia di una scrittrice simbolo dei soprusi di genere”

TERNI – 24 NOV – In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne la Provincia di Terni, attraverso il Cug (Comitato unico di garanzia) ricorda la figura di Sibilla Aleramo, scrittrice, poetessa e giornalista italiana, simbolo del sopruso e della violenza sulle donne. Nata a Milano nel 1876 e morta a Roma nel 1960, Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, detta Rina, si ricorda in questo caso per il suo romanzo autobiografico “Una donna”, in cui dipinge la condizione femminile in Italia a cavallo fra il XIX ed il XX secolo. Ma è la sua storia personale a fare di lei un emblema delle donne in un giorno, il 25 novembre, nel quale il mondo lancia un monito e si ferma a riflettere contro la violenza di genere.
A 15 anni Sibilla fu violentata sul posto di lavoro e a 16 fu costretta a sposarsi con l’uomo che l’aveva violata. Dimenticata dalla storia, dal padre e dalla famiglia, la Aleramo è invece una donna coraggiosa che oggi merita di essere ricordata. Sposare il suo violentatore. Sibilla non ebbe scelta, non ebbe voce, nessuna difesa. La società non le offrì giustizia, le impose una condanna mediante il matrimonio riparatore, trasformandola da vittima a colpevole. Ma Marta-Sibilla non si spense. Cominciò a scrivere, prima quasi di nascosto, poi con decisione, poi con una forza che attraversò il Paese. Nel 1906 pubblicò “Una donna”, un libro che era un grido, un atto politico, una confessione di ferro.
Raccontò la violenza, il matrimonio coatto, la solitudine, la fuga sofferta ma necessaria e lo fece in un’Italia che non era pronta per una donna che diceva la verità. La sua storia e la sua testimonianza, insieme a quella di tante altre, non è trascorsa invano. Il 19 novembre scorso infatti la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la proposta di legge recante “Modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso”, nella quale si stabilisce che il consenso deve essere “libero e attuale” altrimenti è reato di violenza sessuale. Un principio in linea con le componenti essenziali di libertà e attualità che sono il fondamento della Convenzione di Istanbul, vincolante per prevenire e combattere la violenza contro le donne e quella domestica. (ptn/red 473/25) (foto bookbankpiacenza.com)